In più d’uno ci ha chiesto da dove arriva Zona 42. Provo a raccontarvelo.
Non credevamo fosse così complicato scegliere un nome per una casa editrice. Quando abbiamo iniziato a pensare al nostro progetto editoriale abbiamo avuto subito ben chiaro cosa ci sarebbe piaciuto pubblicare, quale sarebbe stata la strategia distributiva. come avremmo voluto impaginare i nostri volumi. Il nome da darci ci pareva una scelta del tutto accessoria, quasi superflua, che tanto qualcosa ci sarebbe pur venuto in mente.
Nel frattempo son passate le settimane, che son poi diventati mesi. Abbiamo steso un business plan, abbiamo valutato quale fosse la forma sociale migliore per le nostre esigenze, abbiamo iniziato a contattare autori e agenzie. La scelta del nome è rimasta nel limbo fino a quando i tempi si son fatti pressanti e la decisione su quale denominazione darci è diventata sempre meno procrastinabile.
Sono scorsi fiumi di birra e telefonate inteminabili, nomi sparati a caso, altri che parevano perfetti ma che dopo poche ore non sopportavamo più, innamoramenti fugaci e interminabili derive combinatorie tra termini e definizioni con il più piccolo legame con la nostra attività, per tacere poi delle citazioni letterario/cinematografiche con cui per un bel pezzo ci siamo divertiti.
Cosa cercavamo? Un nome semplice, facile da ricordare, con qualche suggestione fantascientifica (ma non troppo, che non volevamo escludere la possibilità di allargare il campo), che parlasse del nostro approccio alla letteratura di genere ma non fosse troppo vincolante. Il nome della nostra casa editrice doveva poi essere abbastanza originale da non aver bisogno di chissà quali invenzioni per distinguerlo nel mare magnum di internet, che il nome del dominio, le stringhe di ricerca, etc. etc.
Siamo passati da Piano B (esiste già, mannaggia…) a Finisterre (un po’ troppo esoterico), da Hic Sunt Leones (bello, ma impronunciabile nel caso di contatti telefonici) al suo acronimo, siamo passati per le Porte di Tannhäuser (siamo seri…) e per tutte le combinazioni possibili di Spazio e Tempo, senza tralasciare sinonimi e contrari.
Poi ci siamo fermati, siamo tornati sulla terra, e siamo rimasti folgorati dalla semplicità di una certa idea. Quale soluzione migliore di un nome che in un colpo solo coniugasse le ebbrezze semantiche di un topos ormai classico, seminate da tanti autori che abbiamo amato (da Ballard ai fratelli Strugatskij, passando per il cyberpunk e i misteri del cosmo), capace come pochi altri termini di evocare misteri e inquietudini, meraviglie e possibilità, con la risposta definitiva al mistero della vita, dell’universo e di tutto quanto?
In un colpo solo avevamo l’approccio profondo e impegnato, condito da un bel po’ di sano divertimento. Avevamo la passione stupefacente insieme alla follia, l’immaginazione sfrenata marcata stretta da una buona dose di ironico pragmatismo.
Abbiamo trovato la Zona, le abbiamo regalato un numero perfetto: è nata Zona 42.
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