Adolfo Fattori ha dedicato a Ad Astra una notevole recensione su Quaderni d’altri tempi.
Ve ne proponiamo qualche passaggio:
“A leggere le considerazioni che il curatore, Jacopo Berti, premette alla “Fantasia” dello scrittore e giornalista triestino Antonio Bersa de’ Liedenthal[…], il romanzo Ad Astra, che Zona 42 ripropone dopo più di un secolo, sembra di trovarsi dalle parti di La nave di Teseo di J.J. Abrams: un romanzo immaginario, di un autore immaginario, commentato da lettori immaginari, scoperto per caso.
Invece, incastrati l’uno nell’altro, ci sono almeno due libri reali: un saggio scientifico pubblicato nel 1883 da Francesco De Grisogono […], e il romanzo di de’ Bersa che, pubblicato nel 1884 e dopo essere sparito dall’orizzonte dell’editoria italiana, viene riscoperto e ripubblicato, a testimonianza di come, prima di Herbert George Wells e in parallelo almeno a Jules Verne, anche in Italia (anzi, data la situazione geopolitica di allora, nell’area della cultura mitteleuropea, dal momento che Trieste faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico) si scrivessero romanzi di anticipazione scientifica.”
“[Ad Astra] È però un testo importante per illustrare un passaggio: quello dalla narrativa ottocentesca, fatta di esotismo, sentimentalismo, entusiasmo romantico, ma anche di spinta positivista e progressista a una sensibilità già modernista, futuristica, nel senso di una propensione a immaginare e vedere il futuro possibile che attendeva gli uomini di fine Ottocento, ancora legati alla dimensione tecnologica del carbone, del vapore, del ferro. È in questo, come sottolinea Berti, l’aspetto notevole del romanzo: la capacità dello scrittore triestino, a partire dall’idea dell’oscillante […], di raccontare storie in termini già fantascientifici, anticipando la creatività degli scrittori di science fiction del Novecento […]”