Su Zest – Letteratura sostenibile Paolo Risi dedica una splendida recensione a Cenere, di Elisa Emiliani.
Ve la proponiamo qui di seguito.
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“Aprì gli occhi. Coraggio Ash, si disse, buttati, sei pessima a programmare ma almeno puoi fare un po’ di casino. Fece un respiro profondo e il tremito si calmò un poco. Cercò la porta d’entrata al codice sotto l’interfaccia grafica del gioco e varcò la soglia. Non era propriamente uno spazio, nel senso che non era tridimensionale, erano lastre di codice che s’intersecavano, scivolose. Vide Anna che ci ballava sopra come un’anguilla, vide le lingue d’argento dei cloni depistanti e i programmi corporatisti che bucavano linee d’istruzioni e penetravano sempre più all’interno. Qualcuno, forse Sam, riuscì a isolarne uno e bloccarlo per un attimo, attorno a loro si sviluppò una nube d’informazione, poi l’agente corp schizzò via e scomparve nell’oscurità.”
Il futuro ideato da Elisa Emiliani assomiglia al presente, soltanto i sistemi di inibizione delle coscienze sono più raffinati e i diritti individuali sempre più calpestati. La tecnologia appare fuori controllo e il capitale non si fa scrupoli nel perseguire i propri interessi. Nel paesaggio degradato, nell’omologazione imposta da un regime corporativista, sopravvivono però i sentimenti, il desiderio di proteggere e ridare linfa al libero arbitrio.
Ash, Reba e Anna, tre amiche sedicenni, hanno conservato un rispetto profondo per la libertà: vivono in una specie di dimensione parallela, nutrendosi di buona musica e di letture messe al bando, coscienti che il mondo di fuori in qualche modo le sta cingendo d’assedio e che occorra responsabilizzarsi e passare all’azione.
Dal loro covo, un capannone nei pressi dell’abitazione di Ash, giocano e mettono in gioco la propria vita, con trasporto emotivo e determinazione, come fosse la cosa più giusta e naturale da fare. Le tre amiche sono quanto di più umano una società teleguidata possa offrire. Ash vive con suo padre in una casa in aperta campagna. È appassionata e ribelle, e lascia che siano i sentimenti a svelare la sua intima fragilità. È una donna d’azione, coraggiosa, ma allo stesso tempo teme per per l’incolumità del padre, che insieme ad altri compagni cerca di opporsi al regime dei Corporativisti. Reba e Anna sono le migliori amiche di Ash: Reba (che cammina a fatica, affidandosi a degli ausili ortopedici) appare delle tre la più materna ed equilibrata, è l’anima conciliante del gruppo, mentre Anna rappresenta l’imprevedibilità e il talento, la particella eccentrica che si fa spazio nel mondo con naturalezza.
Il connubio fra le ragazze si alimenta attraverso la progettazione di un Gioco, al cui interno si potrà condividere uno spazio virtuale di resistenza e controinformazione al riparo dai controlli delle autorità. Adottano delle componenti informatiche obsolete, le più sicure, e coinvolgono nell’impresa Sam, il classico Nerd in grado di programmare a velocità supersonica. La meta finale è il Gioco, ma si potrebbe anche dire che la meta finale è la Libertà, l’idea che l’individuo possa ritornare a essere centro e motore della propria esperienza. Il gruppo passa le notti a lavorare, a mettere assieme i pezzi di un Gioco molto pericoloso, cosciente che il nemico ha a disposizione un arsenale tecnologico e propagandistico senza eguali. I corporativisti indirizzano i pensieri per mezzo di innesti celebrali, difendono la propria “creatura” con i vecchi, ma sempre efficaci, metodi di coercizione, rinchiudono gli oppositori nell’Alveare, un lager dove i prigionieri vengono uccisi e poi fatti sparire. Sembrerebbe un nemico invincibile, dalla pervasività tentacolare, ma Ash e le sue amiche hanno dalla loro la consapevolezza, l’esempio lasciatole in eredità da una formazione clandestina che ha combattuto prima di loro e che è riuscita a occultare un numero imprecisato di libri all’interno di una Biblioteca segreta. Individuare quella Biblioteca significherebbe ridare voce alla speranza, promuovere un collegamento con il passato, per tornare ad affermare i valori della cultura e dell’uguaglianza. Dentro quel passato e nei pensieri di Ash c’è una spiritualità forte, il desiderio di attingere a un bene supremo; le fonti sono le più svariate, possono essere i Vangeli, le canzoni di Johnny Cash, le poesie di Pablo Neruda, opere che tramandano una fede incrollabile nell’amore e che riecheggiano la volontà di autodeterminarsi, di divenire parte di una società più giusta e armoniosa.
Cenere di Elisa Emiliani è un libro che mette in primo piano i sentimenti, la necessità di ricollegarsi alla Storia per trarne valori e linee guida. La fantascienza, alcune suggestioni sci-fi e postcyberpunk, rimangono sullo sfondo, come punti di riferimento, contribuiscono a definire un’ambientazione e a dare una misura al romanzo. Ma è nel rapporto fra Ash, Reba e Anna che fermentano parole, germogliano azioni spassionate e amorevoli. Dentro e attorno al capannone dove si cerca di cambiare il mondo si sperimenta la fratellanza, si condividono i pensieri e le debolezze che ognuno porta dentro di sé: in un certo senso si celebra la vita, lo spirito che la pervade e che non accetta compromessi.
“Quindi le cose eroiche bisognava farle prima. Prima che quell’incrostazione di attaccamento alla vita ti si appiccicasse addosso. Prima di avere delle responsabilità, o qualcuno da perdere. Ma prima o poi, lo sapeva, sarebbe tornata a galla e quei pensieri non sarebbero più stati suoi. Quel liquido nero si sarebbe ritirato lasciandola nuda nella sua mente. Una ragazzina. Senza madre e con un marchio sulla mano. Allegria.”
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