Per le copertine dei romanzi di Zona 42 abbiamo cercato di percorrere sin dalle nostre prime uscite una strada diversa da quella che tradizionalmente accompagna l’editoria di genere. L’iconografia classica dei romanzi di fantascienza, per come si è sviluppata negli ultimi decenni, vede privilegiare immagini di astronavi, uomini o donne più o meno armati e scenari spaziali o di pesante urbanizzazione, nelle due varianti: notturna e pericolosa o diurna e scintillante. Noi abbiamo preferito puntare su immagini che privilegino la suggestione di un’atmosfera, che evochino il contenuto del libro senza voler anticipare sin dall’illustrazione di copertina un qualche aspetto della trama. Il nostro obiettivo è incuriosire quel lettore poco avvezzo a un romanzo di genere, che guarderebbe con sospetto la solita copertina di fantascienza.
Con queste premesse, vediamo qual è stato il percorso che ha portato alla realizzazione della copertina di Arresto di sistema?
Halting State (questo il titolo originale del romanzo di Charles Stross uscito il mese scorso per la nostra casa editrice) è una storia che fonde suggestioni geek e indagine poliziesca in una vicenda che mescola abilmente l’ambientazione scozzese con il mondo dei giochi on-line. La ricchezza di temi e le caratteristiche ibride del testo hanno reso pittosto complessa sia la scelta del titolo italiano che quella dell’immagine di copertina.
Qui di seguito vi presentiamo un paio delle copertine scartate in corso d’opera. Ve le mostriamo con un doppio intento: incuriosirvi con un giro dietro le quinte del lavoro che si svolge nella nostra piccola realtà editoriale e verificare se le strada che abbiamo deciso di percorrere è condivisa da chi ci segue.
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Prima ancora di decidere il titolo italiano del romanzo abbiamo provato a impostare la copertina con un paio di scatti fatti per le strade di Edimburgo. Tra le varie opzioni messe a confronto questa che vedete qui sotto era la copertina che inizialmente ci sembrava più interessante.
Nella foto si vede uno scorcio del centro storico della città scozzese a cui è stata sovrapposta una grafica che, nelle nostre intenzioni, doveva richiamare l’esteso utilizzo che si fa nel testo delle tecnologie per la realtà aumentata: ci sono quindi orchi e uomini in nero, come nella miglior tradizione videoludica e le coordinate precise del luogo rappresentato nell’immagine. Per coerenza con le altre copertine si è deciso di mantenere l’immagine monocromatica (o quasi) e arricchirla con l’inserimento di particolari di altri scatti fotografici.
Il concetto della copertina ci è piaciuto da subito, ma la sua realizzazione non ci convinceva. L’immagine finita ci sembrava un po’ troppo piatta e banale rispetto agli standard che ci siamo dati. Secondo noi insomma questa copertina non avrebbe attirato più di uno sguardo superficiale, senza riuscire davvero a catturare la curiosità del potenziale lettore.
Abbiamo quindi deciso di cambiare strada, scegliendo di dare maggior risalto a uno dei temi del romanzo: il mondo dei giochi, declinato sia nelle suoi sviluppi in rete sia nel suo impatto sulla vita quotidiana dei protagonisti della vicenda. In questo senso ci è parsa una buona idea abbandonare il titolo originale per dare sin dalla copertina un forte segnale al lettore.
La copertina che vedete qui sopra è una delle numerose varianti che abbiamo sviluppato cercando il miglior compromesso tra segno grafico e immagine fotografica. A parte ogni considerazione sul titolo, il difetto maggiore di questa copertina, che alla fine ci ha portato a scartarla, sta nella sua poca coerenza rispetto al progetto grafico che contraddistingue i libri di Zona 42.
Nella copertina di In Gioco l’impatto della grafica subordina ogni altro aspetto dell’immagine rendendola, per quanto potente ed esteticamente gradevole, troppo diversa dal nostro standard, sia dal punto di vista del tipo di impostazione complessiva, sia da un punto di vista concettuale: la quantità di informazioni espresse da questa copertina la allontana dall’idea di produrre immagini suggestive e misteriose così come già fatto per gli altri nostri volumi.
A questo punto siamo ritornati indietro, all’idea iniziale di utilizzare un’immagine che da sola potesse dare un messaggio potente e d’impatto senza risultare didascalica.
Abbiamo scelto l’immagine che è andata in stampa per le indubbie capacità evocative che la caratterizzano: il rosso e il nero suggeriscono mistero e violenza, il movimento, implicito nello scatto, esprime velocità e allarme, la sua indeterminazione è tecnologia e futuro. Insomma, l’immagine ideale per presentare Arresto di sistema ai suoi potenziali lettori.
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