DeepCon Report

Prima uscita ufficiale e primi successi per il nostro progetto editoriale. Suoniamo troppo sbruffoni? Può darsi, ma quando percepisci ben distinto l’entusiasmo per la tua creatura, che si tratti di lettori, di addetti ai lavori e dello stesso autore del romanzo che hai finalmente pubblicato, beh… c’è ben presente il rischio di montarsi la testa. Soprattutto quando questo entusiasmo è confortato dai dati delle vendite, che – ehi! – se non abbiamo sbagliato i calcoli, circa il 70% dei presenti alla DeepCon se n’è tornato a casa con una copia di Desolation Road.

Certo, esiste anche l’altra faccia della medaglia, che non siamo qui a raccontarci la bella favola dell’editore sconosciuto che fa il botto: le persone presenti all’appuntamento di Fiuggi erano davvero pochine. E se i complimenti fanno bene al cuore, il piatto economico della nostra trasferta laziale piange qualche piccola lacrimuccia.

Ma va bene lo stesso. A Fiuggi c’era Ian McDonald, anche solo per questo motivo valeva la pena sobbarcarsi 5 ore di macchina e partecipare all’evento.

Ian McDonald ha confermato di persona l’ottima opinione che mi ero fatto di lui sentendone parlare da amici e colleghi. Il suo intervento alla DeepCon, una dichiarazione d’amore nei confronti della fantascienza, è stato brillante, intenso e appassionato, partendo dai motivi per cui ha cominciato ad apprezzare il genere da giovane lettore, alle motivazioni che lo hanno spinto a iniziare a scriverla (“blame Margaret Thatcher, may she burn in hell…“), fino alle considerazioni sul suo percorso di autore (“ogni dieci anni circa mi ritrovo a non poterne più di quel che ho fatto fino a quel momento e cambio rotta“), ai contenuti dei suoi romanzi, ai progetti futuri (uno scenario ridotto, tanto per cambiare, una base lunare, con un piccolo gruppo di persone dalle provenienze più diverse, le loro famiglie, le dinamiche che li mettono in relazione. Un’unica certezza, i cattivi saranno australiani. Poco, ma sicuro.).

Al suo intervento è seguita la presentazione dei due romanzi da poco editi in Italia. Per primo Il fiume degli dei, con l’autore insieme a Giuseppe Lippi e Silvia Castoldi, rispettivamente curatore di Urania, per cui il romanzo è uscito, e traduttrice del romanzo. Silvia ci ha raccontato cosa ha comportato riprendere e completare il lavoro di un mostro sacro della traduzione come il compianto Riccardo Valla, mentre Ian McDonald ha ricordato i motivi del successo del suo romanzo quando usci nelle isole britanniche, senza particolari riferimenti al suo contenuto fantascentifico.

A seguire il debutto ufficiale del nostro progetto, con la presentazione di Desolation Road, caratterizzato dallo scambio di battute tra noi, McDonald e il pubblico, a proposito del romanzo, dei suoi personaggi (lo sapevate che il dottor Alimantado arriva drittto dritto dall’insegna di un dentista di Nairobi? O che son state le suggestioni degli spaghetti western a contribuire ai fantastici nomi dei numerosi personaggi che arricchiscono il romanzo?). E poi qualche accenno alla copertina, al suo essere volutamente diversa dai canoni che sembrano contraddistinguere la narrativa di genere, e l’approvazione dell’autore rispetto alla nostra scelta (grosso sospiro di sollievo!).

Dopo una piccola pausa birra, è cominciato per Ian McDonald il lavoro vero e proprio. È stato in quei momenti che – ce ne fosse stato ancora bisogno – ha conquistato definitivamente il suo pubblico. Non so quanti libri abbia firmato (solo io gli ho portato una dozzina e più di volumi, senza considerare le decine di copie di Desolation Road che gli abbiamo fatto autografare), ma quel che mi ha davvero  sorpreso è stato notare come ogni dedica lasciata sul frontespizio dei volumi fosse diversa dalla precedente. Me ne sono reso conto una volta tornato a casa, quando sfogliando i suoi libri mi sono accorto di come ognuno riportasse due parole, una frase, a volte uno schizzo, in tema con il titolo autografato.

Per me comunque il top l’ha raggiunto con la dedica che ha voluto lasciare sulla copia di Desolation Road che mio figlio ha iniziato a leggere, e che trovate qui a fianco.

Capite bene come la mia ammirazione per ‘sto uomo sia sconfinata!

Per concludere un doveroso ringraziamente a chi ha contribuito a rendere la DeepCon un incontro tanto accogliente quanto professionale. Non ricordo i nomi di tutte le persone con cui abbiamo avuto la fortuna di confrontarci, ma devo citare almeno Flora, instancabile motore dell’evento, e poi tutti vecchi amici incontrati dopo parecchio tempo (Paolo, i Vanamonde, Emanuele, Andrea, Dario, Franco) e quelli che finalmente ho conosciuto di persona come Francesco. Sono stati due giorni pieni e indimenticabili.

Grazie.

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