Un lettore forte e il suo blog senza pretese: nel riassunto delle letture dell’anno, in compagnia di premi Nobel come Kenzaburō Ōe e di un sacco di altra grande fantascienza (nomi come Banks e Mieville dovrebbero pur dirvi qualcosa), c’è spazio anche per un meraviglioso riferimento a Desolation Road, di Ian McDonald:
“[…] Il romanzo è strutturato per brevi capitoli autonomi, quasi dei racconti legati tra loro da personaggi ricorrenti (un po’ sulla falsariga dei romanzi di Faulkner o Steinbeck) che pian piano disegnano il grande affresco della nascita e declino di Desolation Road.
Quello che più colpisce, insieme alla struttura inconsueta, è la scrittura poetica che privilegia l’anafora, le immagini metaforiche, le date palindrome a scapito della precisione scientifica (su questo Marte di McDonald la scienza è qualcosa che ha a che fare con la religione). Ma la retorica non è fine a se stessa, serve a delineare personaggi indimenticabili come il dottor Alimantado con la sua ossessione per il tempo; la famiglia Mandella, maledetta da una costante scissione tra scienza e misticismo; il fuggiasco Jericho e i suoi Antenati che gli parlano nella testa […]”
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