Su Instagram, piattaforma che ultimamente sta diventando sempre più centrale per il mondo dei lettori, è comparso questo ottimo commento su Imperium, la novella antropocenica di Matteo Meschiari e Antonio Vena.
L’ha scritto Fede la Lettrice e noi lo condividiamo molto volentieri sulle nostre pagine.
Immediatamente, già dall’Intro, il lettore capisce di avere a che fare con un racconto non usuale, particolare, iniziando dalla struttura che si presenta teatrale o meglio cinematografica e questo sentire i suoni e vedere le scene proiettarsi nella mente accompagna fino alla fine, tanto da chiedersi: “Ho letto un libro o un film?”. Gran cosa.
La storia entra subito nel vivo e “mentre i fatti della Terra non sono più una distrazione ma la goccia che può far traboccare la voglia dell’uomo comune di resistere“, mentre le “Nuvole. Strisciano come salnitro contro la pietra azzurra” e ancora “premono come pugni contro le guance d’aria“, nuvole che sono metafora della nebbiosa situazione narrata, avviene un misterioso omicidio.
Con l’aumentare del ritmo sia della storia che della prosa, e dello stato ansiogeno, si passa dalle nuvole, dalla pioggia quindi dall’acqua, al fuoco che arde, divora, distrugge. Poco più avanti invece è il turno del ghiaccio, più potente del fuoco, più infido dell’acqua, avvolge, paralizza, copre l’esistenza di un terrificante silenzio. Infine l’inondazione, il Diluvio Universale che tutto sommerge, copre, cela, monda. Sono qui le pagine del libro che preferisco, pagine bellissime di bellissima prosa che gonfia, monta, si carica e infine si placa seguendo il corso dell’evento atmosferico, “… quello che un essere umano può chiamare diluvio nonostante la promessa di Dio di non sterminare mai più l’umanità in quel modo, una promessa di terrore, perché ogni altro modo, ogni altra fine è possibile.“
Il nostro destino, il destino del mondo, è in mano al caso totalmente? È in mano a dèi o demoni da noi creati? A una natura matrigna oppure è in mano nostra?
Novella antropocenica, capitolo di una bibbia moderna, commedia dei segnali, tragedia antica; la storia si studia e si dimentica ed è un errore immane perché proprio là, tra la polvere, si trovano sempre le risposte.
Quale demone è più potente di quello silenzioso?
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