Laguna, recensioni #4 – L’Indice

Su L’Indice di libri del mese di maggio trovate una bella recensione a Laguna, di Nnedi Okorafor, a firma Pietro Deandrea.
Ringraziamo il professor Deandrea e la redazione della rivista per l’attenzione dedicata al nostro progetto. Qui di seguito trovate la scansione del pezzo insieme alla sua trascrizione.

Buona lettura!


In un romanzo che si distingue per una serie di prospettive sorprendenti, il pesce-predatrice protagonista del Prologo entra in scena carico di rabbia: “Hanno portato con loro il fetore della terra asciutta, poi il baccano, hanno fatto trasudare sangue nero al mondo tracciando arcobaleni avvelenati sulla superficie dell’acqua“. Quando arpiona il serpente-oleodotto, però, il greggio riversato viene subito ripulito da un’altra presenza non-umana, enorme, che comunica con le creature marine. La preoccupazione della predatrice diventa così “pura gioia. Che belle le domande che pone. Le dice proprio quello che vuole sentirsi dire“.

Laguna è un romanzo che combina la riflessione eco-critica sui limiti dell’umano con la classica trama delle storie di fantascienza: l’arrivo degli alieni sulla terra. L’astronave sottomarina sommersa nella laguna di Lagos, Nigeria, si annuncia con un’esplosione sonora, “un suono così ampio che sembrava quasi avere un peso“. La Nigeria (altro spostamento di prospettiva, per il lettore occidentale) fornisce un’ambientazione perfetta per una trama travolgente, perché “Lagos è energia. Non si ferma mai“.

I personaggi sono numerosi, e ruotano tutti attorno all’aliena Ayodele, capace di prendere qualsiasi forma a piacimento producendo un suono sconvolgente, “simile a quello di sfere metalliche sul vetro“. Ayodele può trasformarsi nella persona che si ritrova davanti, oppure in una persona (anche deceduta) che occupa i pensieri dell’interlocutore, in maniera simile al pianeta Solaris del romanzo di Stanislaw Lem (1961). Ma queste mutazioni repentine e sconvolgenti non implicano alcuna minaccia: “Non vogliamo comandare, colonizzare, conquistare né occupare. Vogliamo semplicemente una casa“. Questa invasione aliena non è da leggersi come parabola del colonialismo: piuttosto, come scrive nella sua Postfazione Nicoletta Vallorani, “è una risposta ironica e divertita dell’Africa postcoloniale all’ossessione imperialista di possesso“.
La presenza di Ayodele diventa un detonatore che scatena le paure e le ingiustizie sociali della Nigeria contemporanea, uno dei paesi con il più alto tasso di crimine al mondo dove le immense ricchezze, dovute proprio al petrolio, non sono mai state redistribuite. Grazie alla sua capacità di far mutare il prossimo, e alla facilità con cui si inserisce nelle tecnologie di comunicazione di oggi, Ayodele riesce a risolvere alcune situazioni potenzialmente tragiche, pur presa dal disgusto.
Lagos viene travolta da un’isteria collettiva popolata anche da figure ancestrali delle religioni dell’Africa occidentale, come il narratore-ragno che alla fine, dopo aver raccontato la metamorfosi sociale operata dagli alieni, decide di mutare a sua volta per difendere il cambiamento, aprendo a un possibile seguito della vicenda.

L’afro-futurismo è una corrente filosofico-artistica che reimmagina l’avvenire della diaspora africana attraverso una combinazione di scienza e tecnologia accostate a cosmologie non-occidentali, e che nella sua accezione più ampia include anche il supereroe Black Panther. Di Okorafor, l’editore Gargoyle ha già pubblicato Chi teme la morte (2015).

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