Premio Italia 2024 – Seconda fase

La settimana scorsa sono stati annunciati i finalisti dell’edizione 2024 del Premio Italia e qui nella Zona siamo rimasti delusi dal risultato della nostra casa editrice, che di tutte le persone che l’anno scorso hanno pubblicato con noi solo Vargas e Drager sono riuscite ad arrivare in finale.

Questo risultato invero modesto ci porta a fare qualche considerazione che vogliamo condividere con chi ci segue.

Premessa doverosa per chi non conosce il Premio Italia: il Premio Italia è un riconoscimento che il fandom della letteratura di genere italiana – soprattutto fantascientifico, è da quel bacino di appassionati che nasce e si sviluppa il Premio – conferisce a chi partecipa nei più diversi ruoli alla scena di genere nostrana. Per votare al Premio l’unica condizione è infatti aver partecipato negli ultimi anni a una delle manifestazioni che riuniscono periodicamente gli appassionati (Stranimondi, DeepCon, ItalCon, EtnaCon). 

Il Premio Italia è conferito per voto popolare, non c’è una giuria o un comitato che sceglie e giudica i candidati. E la lista dei finalisti e dei vincitori di ogni anno tende a rappresentare con una buona approssimazione la qualità di nomi e titoli proposti e la loro popolarità all’interno della scena stessa.

Arriviamo a Zona 42.

È evidente che se da un lato Zona 42 continua a crescere, a piccoli passi, anno dopo anno, nei suoi numeri (come presenza in libreria, come quantità di libri venduti, come reputazione), dall’altro un risultato del Premio Italia come quello di quest’anno è un segnale di come la Zona stia perdendo la connessione con la base storica del fandom italiano, che è poi quella che segnala e vota i titoli per il Premio Italia.

Qui in Zona ci stiamo interrogando ormai da tempo su questa dinamica (il risultato di quest’anno conferma una tendenza già in atto, che la nostra frequentazione col Premio Italia è in calo da un po’). 

Del resto basta dare un’occhiata al nostro catalogo: se un po’ alla volta la nostra produzione si è allontanata dalla fantascienza dura e pura, è proprio perché quel genere di libri – che noi continuiamo a leggere ed apprezzare – non ha un numero di lettori sufficienti per permetterci di prosperare. E per quanto questa scelta ci possa aver alienato il nucleo hardcore dei lettori fantascientifici italiani, poco male, che di persone che leggono con meno intransigenza i titoli che proponiamo in libreria là fuori ce n’è ancora qualcuna.

La scelta di pubblicare altro oltre alla fantascienza negli ultimi anni si è rivelata vincente e se non per il Premio Italia, lo è stata per la salute della casa editrice. Ci fa dunque piacere ritrovare tra i finalisti del Premio titoli come La Resa o L’archivio dei finali alternativi. Titoli che non a caso sono comunque arrivati in finale (a differenza della decina di altre nostre proposte) anche perché probabilmente si muovono esterni a quelle comunità di appassionati più attive e numerose che all’interno del Premio sgomitano per veder vincere i propri beniamini.

A margine di queste considerazioni rimane un po’ di dispiacere, nonostante tutto, a vedere come l’evoluzione delle nostre proposte ci abbia allontanato dalla scena fantascientifica nostrana. Il fandom della letteratura di genere è esattamente il posto da cui proveniamo. Senza la frequentazione delle comunità di appassionati che si riunivano soprattutto in rete ma anche dal vivo tra gli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, Zona 42 non sarebbe mai nata. Ma nel tempo le cose cambiano e sarebbe sciocco rimanere sempre con lo sguardo all’indietro a celebrare i bei tempi andati e rinunciare ad esplorare nuovi territori e possibilità.

Noi continueremo a lavorare per proporre titoli che contribuiscano ad arricchire lo scenario immaginifico nostrano, e se lungo la strada abbiamo perso qualche lettore, poco male. Il nostro obiettivo – lo è dal primo giorno di vita della casa editrice – è allargare il più possibile la platea di chi legge e apprezza la letteratura di genere. E con buona pace di chi per i più diversi motivi ha smesso di seguirci, noi rimarremo sempre editori di fantascienza e altre meraviglie.

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