Zona 42 non era mai stata al Salone del Libro di Torino: siamo piccoli e con pochi libri, temevamo di scomparire nella folla e, in definitiva, il nostro budget non ce lo consentiva.
Ma nei quattro anni della Zona, il progetto è cresciuto, il riconoscimento esterno sempre aumentato. Ci siamo ritrovati con una buona reputazione, qualche libro in più e tanta curiosità di scoprire com’era, ‘sto Salone del Libro.
E dunque eccoci qua, a raccontarvi brevemente come sono andati questi cinque giorni di immersione totale nella più importante fiera editoriale d’Italia.
La versione breve della cronaca è elementare: siamo tornati a casa spappolati ma molto soddisfatti, con la percezione che ormai la Zona ha superato l’infanzia (il percorso per diventare grandi è ancora lungo, ma siamo sulla buona strada) ed è ormai pronta giocarsela alla pari con tutti.
Volevate la versione più lunga? La prima impressione del giovedì, confermata poi nei giorni successivi, è che i lettori che vengono al Salone hanno una curiosità, una costanza, una devozione, un’attenzione e una disponibilità nei confronti dei piccoli editori che non abbiamo mai trovato da nessun’altra parte. Siamo tornati a casa senza voce dopo aver chiacchierato, presentato, discusso di quel che facciamo, dei nostri libri, di fantascienza e di altre letterature, ininterrottamente per cinque giorni, tanta era la quantità di lettori che si è fermata al nostro stand (il più piccolo del salone, e non temiamo confronti!). Sarebbe bellissimo poterli ricordare tutti, dal signore di una certa età, che ha partecipato a TUTTE le edizioni del Salone, che è passato giovedì, ripromettendosi di passare il lunedì (giorno degli acquisti e degli sconti, come abbiamo poi scoperto) e che poi è passato anche il sabato perché gli eravamo proprio piaciuti, a quel lettore di fantascienza che è passato a salutarci appositamente per dirci che aveva acquistato Madre Nostra in una libreria torinese e ci teneva a conoscerci per farci sapere quanto gli fosse piaciuto il romanzo di Stefano Paparozzi. Ma di lettrici e lettori interessati e interessanti ne abbiamo conosciuti davvero tantissimi e davvero, ci piacerebbe ringraziarli uno a uno.
Abbiamo poi incrociato altri addetti ai lavori, da Francesco Verso che ha fatto un lavoro incredibile con il suo stand, ai ragazzi di Cliquot e Watson, scambiato qualche chiacchiera con Angelo di Neo, incontrato i librai (ciao Carlo! Piacere Clara!), scambiato un paio di libri con Martina Testa (novità in arrivo, stay tuned!), conosciuto il boss di Nero…
Purtroppo siamo riusciti ad assistere a pochissimi degli incontri del Salone, e ci è andata di lusso che l’incontro con Antoine Volodine (insieme alla sua incredibile, meravigliosa, bravissima traduttrice Anna D’Elia) fosse in programma proprio nella sala di fronte al nostro stand, che almeno abbiamo avuto il privilegio di scambiare con loro qualche parola.
Tra le cose che abbiamo visto e le persone che abbiamo incontrato, ci piace ricordare Michele Orti Manara che presentava il suo Il vizio di smettere (non è fantascienza, ma è una gran bella raccolta di racconti), Gianluca Morozzi con Gli Annientatori, Giordano Meacci, le amiche di Leggo Letteratura Contemporanea in collegamento da Firenze, il collettivo Ippolita che presentava Tecnologie del dominio (che sembra molto molto interessante)…
E poi, bé, ci son state le visite dei nostri autori, Alessandro Vietti e Stefano Paparozzi, che ci han fornito focaccia e biscotti (la birra, come sempre, ce l’abbiamo messa noi, ma come non si può dire), il panel sull’editoria di fantascienza in compagnia del già citato Francesco Verso, e i tanti amici che son passati anche solo per un saluto.
Insomma, non ci siamo annoiati, e anzi, non vediamo l’ora di rifarlo!
A presto, e grazie!
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