Selezione naturale, recensioni #4

Condividiamo sul nostro sito la splendida recensione a Selezione naturale, scritta da Jacopo Berti per il suo blog Il meme egoista.
O ti adatti o implodi sviluppa un discorso attento e competente sulla struttura e i contenuti del romanzo di Tricia Sullivan e offre molti spunti di riflessione al lettore che si avventura tra le sue pagine.

Eccone qualche passaggio:

“Romanzo complesso, irriverente, ben scritto e, posso intuire, fedelmente tradotto, che ha i suoi punti di forza nei due stili completamente diversi e consoni ciascuno alla parte rappresentata, nella grande dose d’immaginazione di Sullivan e in una capacità di focalizzazione ai limite dello straniamento.”

[…]

Selezione Naturale è anche altro: una riflessione sui ruoli di genere e sulla riducibilità o irriducibilità del genere al sesso biologico; non è un romanzo femminista ma è una degenerazione distopica – per cause di forza maggiore – di un certo tipo di femminismo […] O forse proprio in questo è un romanzo femminista: non si accontenta di dimostrare quanto le donne possano essere indipendenti dagli uomini ma rivela quanto possano diventare violente, prevaricatrici, artefici di una società ingiusta e marginalizzante.”

[…]

Selezione Naturale […] è un romanzo di difficile definizione. Ha una struttura bipartita, ma le storie sono esattamente parallele: non s’intersecano. Non si tratta esattamente di uno di quei romanzi in cui due o più linee narrative procedono autonomamente fino a un certo punto di convergenza, nel quale i protagonisti s’incontrano o si scontrano in un momento che è allo stesso tempo acme e scioglimento. Le due vicende che si alternano qui sono una la manifestazione dell’altra, l’allegoria. O, visto che l’impianto è solidamente biologico, potrei dire che il rapporto che intercorre tra le vicende di Sun e Meniscus è simile a quello che passa tra genotipo e fenotipo: ma è in un certo senso biunivoco.”

[…]

“Un dialogo tra la fantascienza distopica e un improbabile mainstream, con qualche elemento weird e un anelito al cyberpunk. Ma non ho già detto che è difficile da definire? Anche per questo, non resta che leggerlo.”

 

(leggi tutta la recensione sulle pagine de Il meme egoista)

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